La salubrità indoor durante il lock-down

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Viste le circostanze eccezionali che si sono venute a creare a partire dai primi giorni di marzo, abbiamo voluto verificare come sono cambiate le condizioni ambientali negli uffici e nelle abitazioni, prima e durante il lock-down. Si sono analizzati dei campioni di dati su Anidride Carbonica (CO2) e Composti Organici Volatili (VOC), raccolti sia in ufficio sia in ambiente domestico, fra il 1 gennaio e il 30 aprile 2020.

La traccia azzurra si riferisce agli uffici e quella rossa alle abitazioni.

È evidente come la concentrazione di entrambi gli inquinanti aumenti con la presenza umana, poichè prima del 10 marzo i valori sono più alti negli uffici, mentre con il lockdown i livelli aumentano nelle abitazioni. Entrambi gli inquinanti sono legati alle attività che gli occupanti svolgono, ma in ambienti diversi hanno un impatto diverso.

Andamento CO2 in abitazioni e uffici
Andamento CO2 in uffici (azzurro) e abitazioni (rosso) dal 1 gennaio al 30 aprile 2020

Dopo il 9 marzo, i livelli di CO2 che si sono raggiunti nelle abitazioni sono mediamente più alti di quelli medi degli uffici nel periodo precedente. Nelle abitazioni la concentrazione di anidride carbonica è stata persistentemente superiore a 2.000ppm, mentre il valore massimo di riferimento è pari a 1.500 ppm. Prima del lockdown negli uffici sono stati registrati anche picchi che hanno superato i 4.000 ppm, ma sono stati isolati.

VOC in uffici e abitazioni
Andamento VOC in uffici (azzurro) e abitazioni (rosso) dal 1 gennaio al 30 aprile 2020

Anche i VOC hanno presentato concentrazioni maggiori negli ambienti occupati e i valori registrati nelle abitazioni, dopo il 9 marzo, sono mediamente più alti, rispetto a quelli registrati negli uffici fra gennaio e febbraio. Inoltre, nelle abitazioni durante il lockdown il trend è stato addirittura crescente. Le motivazioni sono diverse. Sicuramente la presenza continuativa di tutti i membri della famiglia contemporaneamente in casa, per tante settimane, si può considerare una circostanza eccezionale, che non si verificava nei primi due mesi dell’anno.
A parte i livelli di occupazione, ci sono altri elementi, che hanno contribuito a peggiorare persistentemente la salubrità ambientale:

  • il presumibile aumento dell’uso di sostanze disinfettanti;
  • lo svolgimento continuativo di attività che possono generare inquinamento indoor (per esempio la cucina);
  • l’areazione.

Sia la concentrazione di VOC sia quella di CO2 si abbassano con una adeguata areazione, pertanto nei casi considerati, soprattutto nelle abitazioni, sarebbe stato sufficiente aprire di più le finestre, per far registrare un abbassamento determinante dei livelli di inquinanti.

 

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